domenica 17 giugno 2012

P.

Non sei uno
ma più.
Sei fragile ma forte
indeciso ma sicuro
infelice ma felice
insoddisfatto ma soddisfacendoti.

Sei un oceano
sono la tua donna nei giorni di piatta
sono il tuo danno nei gironi di marea
ma lo stesso tua.

Sei azzurro quando sorridi
e quando no blu.
Ma io ti guardo.

Sei enorme visto per dentro
anche se sei finito visto per fuori.
Io navigo nella tua grandezza.
Nuoto e non mi stanco.

Verso gocce di lacrime
che si perdono nell'oceano.

Bevo calici di oceano
mangio bacche e uva
e mi addormento immaginando il tuo sguardo.

Sono sirena
su uno scoglio
riempendo il calice
per sorseggiarlo,
aspettando che l'onda
mi travolga
portandomi con sè.



sabato 2 giugno 2012

B.

Un foglio bianco.
Una sigaretta tra le dita.
Aria di fumo attorno.
Vergogna dentro.
Umiliazione provata nei propri confronti.
Non esiste il segno della rassegnazione.
Ma ancora del dolore.
Lacrime che periodicamente sgorgano.
Non hanno la stessa affluenza ma dallo stesso dolore vengono.
Per lasciare delle scie sul viso.
Che vorrei diventessero solchi.
Per fungere da ricordo a chi ha già dimenticato.
Ogni rigo compone B.
B. vorrebbe non avere tempo per pensare.
Il percorso delle parole nascoste che affolano l'anima non può occulrtarsi.
O se si, non per molto tempo.